Volendo riportare qui un importante contributo del Gruppo Anarchico Chimera alla questione delle violenze di genere all’interno di spazi liberati e antiautoritari, ci siamo interrogat* sull’utilità di un dibattito di questo tipo ad Asti.
Perché ad Asti non viviamo una situazione di soffocante e diffuso maschilismo come a Catania, questo è vero.
C’è qualcosa di diverso, una sorta di vago disprezzo per il trans-femminismo, ritenuto movimento superato, superfluo ed in qualche modo esagerato. Perché in fondo le donne lavorano, hanno ottenuto la legge su aborto e divorzio, guidano (anche se male ovviamente), che possono volere di più? Poi quest’anno c’è pure il Pride, siamo una città evoluta… il trans-femminismo non è necessario, anzi è deleterio perché mette le donne contro gli uomini. Ah, e una buona notizia: il femminicidio non esiste (infatti non è vero che negli ultimi due giorni due donne sono state uccise dal loro ex, meno male!). Questo è il tenore dei commenti che si respirano in un certo ambiente astigiano riguardo femminismi e violenze di genere, oltre al petaloso ritornello che le donne non vanno toccate neanche con un fiore…
Infatti puntualmente allo scoccare della mezzanotte del 9 marzo la questione femminista è tornata tranquillamente nel cassetto della biancheria, tanto che alla presentazione del collettivo anarco-femminista Wild C.A.T. curata dall’Astiosa si è registrata la presenza maschile entusiasmante di 1 partecipante esterno ai due collettivi coinvolti. Altri intervenuti hanno preferito scappare dopo una birra, forse per genuino disinteresse o forse per evitare di sentire qualcosa di fastidioso.
In questo contesto ci rendiamo conto che il lavoro da fare è tanto, sembra audace e forse prematuro parlare della violenza di genere all’interno di ambienti antiautoritari. Eppure, proprio questo tema dovrebbe essere il fragoroso campanello di allarme per chi considera la questione già risolta. La cultura patriarcale non solo ha permeato il quotidiano intossicando la quotidianità di tutt*, ma persino tra chi ogni giorno lotta contro ogni forma di oppressione questa forma di dominio appare spesso sfocata, quasi trasparente. Come se il patriarcato fosse solo un’idea da femministe esaltate.
La condizione grottesca in cui uno spazio liberato si fa scenario di violenze di genere, in cui le vittime non trovano supporto ma un muro di omertà e l’appiccicoso disgustoso “se la sarà cercata”, dovrebbe far riflettere su ciò che riteniamo “esagerato” e “troppo femminista”.
Buona lettura e scaricatevi l’opuscolo, contiene info importanti su come agire in caso di aggressione, come agire per aiutare una persona che racconta un’aggressione, come agire collettivamente senza delega e senza il ricorso all’autorità, per aiutare chi ha subito una violenza ed educare o prendere a mazzate chi l’ha inflitta.
Chiunque senta il bisogno di approfondire, sfogarsi o parlarne è benvenut*, ci trovate ogni mercoledì dalle 21 e ogni venerdì dalle 17:30 al L.A. Miccia di Via Toti 5 Asti.
QUI L’ARTICOLO E L’OPUSCOLO -> https://gruppoanarchicochimera.noblogs.org/post/2018/06/09/violenza-di-genere-in-ambienti-antiautoritari-e-in-spazi-liberati/
Immagine tratta da Eresia: http://eresia.tk/
Saluti trans-femministi antispecisti
A.