Solidarietà con il popolo Curdo

In un sabato pomeriggio freddo e umido si è tenuto ad Asti il presidio in solidarietà con Afrin e il popolo curdo.

Da piazza Statuto, dopo aver fatto interventi e volantinaggio, il gruppo di solidali ha improvvisato un breve corteo fino alla banca Unicredit di corso Alfieri. Questa banca infatti, oltre ad essere uno degli istituti di credito italiani che maggiormente mette a disposizione i suoi conti per l’accreditamento del denaro delle grandi aziende armate, è anche uno degli enti che più intrattiene scambi commerciali con il Paese del dittatore Erdogan.

Più del 10% dei suoi profitti, per il tramite della Yapi Kredit Bank, è generato con la Turchia. Soldi sporchi del sangue delle migliaia di curdi e di oppositori politici ammazzati e incarcerati da uno stato totalitario con cui tutti i principali paesi europei fanno affari.

Dopo un mese di assedio e bombardamenti da parte dell’esercito turco, la città curda di Afrin in Siria è caduta.

Il primo gesto dei gruppi jihadisti che hanno appoggiato l’operazione turca, è stato quello di bruciare la bandiera delle donne dello YPJ, parte integrante dell’esercito curdo di difesa del popolo. Tale bandiera rappresenta un chiaro simbolo della rivoluzione messa in atto nei territori controllati dalle milizie curde.

Da subito poi sono iniziate le rappresaglie e le pubbliche esecuzioni. Una vera e propria operazione di genocidio e di pulizia etnica.

Mentre Erdogan ha dichiarato di voler continuare l’attacco verso i territori a maggioranza curda, la guerra urbana si è trasformata in una guerriglia. Più di 250.000 persone si trovano ora senza rifugio, senza acqua e senza cibo. Oltre 280 civili sono rimasti uccisi e più di 1.500 combattenti curdi sono morti. Tra questi anche alcuni europei accorsi volontariamente ad Afrin per difendere la rivoluzione curda. Una rivoluzione portata avanti
all’insegna di un modello federale, ecologista, di convivenza interetnica, interreligiosa e di lotta al patriarcato e al fondamentalismo.

Questo immane massacro è stato compiuto con l’uso di armi chimiche proibite e di mezzi militari – anche italiani – che fanno della Turchia il secondo esercito NATO.

Nonostante la superiorità militare schiacciante, le milizie curde, ipocritamente lodate in passato dall’Europa per la loro lotta contro l’ISIS, non si arrendono. E, nel silenzio più totale della comunità internazionale, continuano a lottare.

Sabato porteremo la nostra solidarietà a questo popolo in lotta, sabato dalle 15,30 in Piazza Statuto ad Asti.
Per spezzare il silenzio assordante che circonda questa guerra criminale scatenata dalla Turchia. Per gridare ad alta voce che non vogliamo essere complici di tale massacro.

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE LIBERTARIO FELIX